Le novità dell'ultimo mese
Bentornati su queste splendide pagine digitali! E credetemi, poter dire "bentornati", ha oggi un suono davvero eccezionale per chi, come me, sta mettendo dentro IGDA Italy quasi tutto quello che ha. Ma prima lasciate che mi presenti: sono Raffaele Giasi, sono un (ex) giornalista di videogame e mi occupo della comunicazione di IGDA Italy da qualche mese, ovvero da quando il buon Tiziano ha alzato il telefono per chiedermi di occuparmene ed io, con grande gioia, ho risposto immediatamente di sì.
E da subito, credetemi, ho messo qui dentro davvero di tutto. Ci ho messo la mia passione per il gaming, ci ho messo dentro il mio amore per il medium videogame, ci ho messo dentro le idee, il tempo, un mucchio di progetti e, non lo nego, anche un mucchio d'amore. Perché IGDA Italy, che mi ha accolto in famiglia come se ci conoscessimo da sempre, mi ha fatto sentire subito al mio posto. Mi ha fatto sentire non solo ben accolto, ma anche a mio agio, chiedendomi idee, contributi, opinioni e non soltanto la mia attenzione o il mio tempo libero. E sapete cosa? Penso che sia questo che IGDA può fare per voi, ed anzi è forse quello che ci auspichiamo a tutto tondo: farvi sentire parte di una famiglia. Farvi sentire utili e di valore, e dare la possibilità anche alla più piccola delle vostre idee di trovare un proprio posto nel mondo.
Noi, da parte nostra, ci mettiamo non solo la nostra buona volontà, ma cercheremo sempre di creare, per voi, l'occasione giusta di scoprire, imparare, farvi conoscere in modo positivo e, per questo, stiamo progettando per voi un mucchio di eventi, sia digitali che non, oltre che una serie attività che sveleremo nel corso del tempo. Ed a proposito: siamo finalmente online con un sito internet nuovo e fiammante, con tutti gli aggiornamenti del caso, e se proprio non sapete come tenere in ordine il vostro calendario eventi, vi basterà consultare www.igdaitaly.com per tenervi aggiornati in tempo reale.
Ed a proposito di novità: questo mese anche questa newsletter vi propone una piccola chicca. Un'intervista esclusiva e interessante ad un amico di IGDA, che è stato recentemente nostro ospite nel primissimo dei nostri nuovi eventi digitali. Sto parlando di Samuele Peseo, Product Manager & Writer at Reply Game Studio, recentemente impegnato nello splendido Soulstice, e qui (nuovamente) nostro graditissimo ospite.
Keep playin'
Raffaele Giasi
Come ti sei approcciato all'industria e come sei entrato a farne parte?
Il mio è stato un percorso un po’ particolare. Studiavo TV, Cinema e Produzione Multimediale, e quasi per caso intercettai un corso che parlava dell’industria dei videogiochi. Pur essendo un gamer appassionato da molti anni, mi resi conto di non sapere affatto in che modo funzionasse il settore come ecosistema. Da lì iniziò un percorso che inizialmente mi portò nel gruppo Leader a lavorare nel marketing per la distribuzione sul mercato italiano. Dopo qualche anno mi spostai al publishing, seguendo alcuni prodotti di Milestone, e infine allo sviluppo vero e proprio, con il passaggio nel 2011 a Reply Game Studios (al tempo nota come Forge Reply). In Reply Game Studios ho lavorato come Narrative Designer su Joe Dever’s Lone Wolf e come Game Writer per Soulstice; tuttavia, in questi anni mi sono occupato per buona parte del tempo anche di produzione, di gestione, di relazioni esterne e di business development. Mi piacciono molto tutte e due le anime del mio lavoro, e compatibilmente con le esigenze dello studio, cerco di dare respiro a entrambe.
Quanto è difficile, secondo te, diventare un dev nel panorama italiano?
Ripensando alla situazione di qualche anno fa, ci sono molte più opportunità, sia rispetto alla formazione che agli studi che possono accogliere le nuove leve. Questo però implica il fatto che per presentarsi in modo convincente occorre prepararsi al meglio. Anche considerando la base che si può acquisire tramite una scuola, è fondamentale avviare un proprio percorso personale, su progetti piccoli ma concreti. Meglio ancora se in gruppo, perché lo sviluppo di un videogioco è (quasi sempre) uno sforzo collettivo. Suona come un luogo comune, ma la capacità di adattarsi a un ambiente di lavoro e di collaborare con gli altri può davvero fare la differenza nella propria carriera.
Ci sono stati, secondo te, dei passi in avanti nel nostro paese nelle modalità con cui si può intraprendere questo tipo di percorso professionale? A margine, quali credi che siano, allo stato attuale, gli ostacoli più importanti?
Da ormai diverso tempo sono crollate, o si sono abbassate considerevolmente, le barriere all’ingresso che in passato complicavano la vita agli sviluppatori indipendenti. Non è un caso che anche in Italia si sia liberato ed espresso un grane potenziale, proprio da quando Unreal Engine e Unity sono diventati strumenti alla portata di tutti, e si è presentata la possibilità di pubblicare liberamente i propri giochi su Steam, e persino su console.
Negli ultimi anni, inoltre, si sono registrati dei progressi sostanziali rispetto a misure pubbliche come il tax credit. In generale, le istituzioni cominciano a guardare con occhi diversi al nostro settore, grazie al lavoro di associazioni come IIDEA a livello italiano, o ISFE a livello europeo.
Rimangono altre questioni da affrontare, come il costo del lavoro (che però non riguarda solo il nostro settore), e la mancanza di investimenti privati. È un bene che tanti studi del nostro paese abbiano attirato l’attenzione di grandi gruppi esteri, ma la speranza è di poter contare anche su un supporto maggiore da parte degli investitori italiani.
Quali sono i videogame che ti hanno condizionato, sia personalmente che professionalmente?
Prima ancora di cominciare a lavorare nel settore, e molto prima di potermi confrontare con il Narrative Design e la scrittura, la serie di Baldur’s Gate mi ha fatto riflettere sulle potenzialità del medium dal punto di vista narrativo. Ai tempi studiavo scrittura creativa, e banalmente non avevo mai riflettuto sulla potenza che quei principi potevano avere in un contesto interattivo. Allo stesso tempo, credo che l’esperienza di gioco debba sempre venire prima di tutto, e che la migliore delle storie possa diventare una zavorra se non viene integrata e bilanciata nel modo giusto all’interno del gioco.
Credi che il nostro paese ostracizzi in qualche modo quei percorsi professionali, come quelli negli ambiti del gaming, che non sono sempre compresi dalla classe dirigente, o pensi che magari le cose stiano andando meglio di quanto non sembri?
È un processo lungo, che prima di noi hanno dovuto intraprendere altri creativi, rispetto ad altri media, come il fumetto o l’animazione. Ancora oggi è facile imbattersi in molti pregiudizi, anche in quegli ambiti che hanno una storia più lunga alle spalle. Specialmente in Italia, considerato che qui da sempre abbiamo il problema della distinzione tra “cultura alta” e “cultura bassa”. In ogni caso, i videogiochi ormai fanno parte della vita di tutti. Chi ci è cresciuto ora ha la propria voce in capitolo, e a volte fa parte proprio di quella classe dirigente che può e deve dare il proprio contributo alla crescita del settore.
In chiusura: ci sono dei consigli che ti andrebbe di dare a chi ha l'ambizione di lavorare nel settore dei videogiochi?
Come dicevo poco fa, le opportunità non mancano. Tuttavia, le prospettive possono rivelarsi così seducenti da trarre in inganno chi non si struttura adeguatamente. A volte il sogno di creare il proprio studio, per lavorare al proprio gioco, può diventare una chimera o un miraggio. Ho molto rispetto per chi si mette in gioco al punto di fare impresa, però il mio consiglio, quando possibile, è di partire confrontandosi con una realtà già strutturata, per poi eventualmente distaccarsene e dare luce alla propria creatura.
Questo è vero soprattutto se si pensa al segmento dei giochi indie, dove la concorrenza è davvero spietata. In ogni caso, il primo obiettivo dovrebbe essere la sostenibilità del proprio lavoro. La passione senza dubbio è il motore che ci mette tutti in moto, ma da un lato va rafforzata con la giusta preparazione, e dall’altro domata con il dovuto “senso di realtà”.
Cosa è cambiato nel mondo del videogame negli ultimi 20 anni, e quale pensi sarà la prossima rivoluzione... se ce ne sarà una.
Guardando al recente passato, credo che i cambiamenti più radicali abbiano riguardato il crollo delle barriere all’ingresso di cui abbiamo già parlato, con uno sguardo in particolare all’affermarsi del digital delivery. Allo stesso tempo, bisogna considerare l’evoluzione del medium in una forma di intrattenimento compiutamente mainstream. Un processo che per certi versi è partito con il lancio di PlayStation, ma che ci ha condotto attraverso altri momenti di svolta l’era di Nintendo Wii, o l’affermarsi dei videogiochi su mobile e dei nuovi modelli di business. Non è facile tenere il passo di un’industria che cambia così velocemente, ma senza dubbio si tratta di una sfida appassionante.
Per quanto riguarda il futuro, un grande tema è quello delle Intelligenze Artificiali. La produzione di asset e contenuti procedurali fa già parte del nostro lavoro da tempo, ma ora siamo agli inizi di un nuovo percorso che sarà molto lungo. La speranza è che si possa trovare una chiave per sfruttare questi strumenti, senza svilire il lavoro e l’originalità dei creativi. Il pubblico sembra dalla nostra parte, sta a noi dimostrare che ci meritiamo questa fiducia.
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Abbuffarty 2 Luglio 2023 - Cerreto D'asti
E se ti dicessi che con IGDA puoi condividere la tua passione per il gamedev durante una fantastica grigliata all’aperto?
E’ tutto vero! Il 2 luglio alla Agrimacelleria Il Canneto, Via Canneto, vi aspettiamo per condividere con voi, una splendida giornata di sole estivo, l’amore per il gamedev ma soprattutto un buon piatto di carne o verdure!
Puoi anche portare il cibo da casa, ma in ogni caso abbiamo messo a disposizione per voi una serie di menù tutti da scoprire, le info ve le lasciamo su Eventbrite, dove potrete anche prenotare il vostro biglietto (e vi consigliamo di far presto, i posti sono limitati!)
Insomma, vi aspettiamo in tanti per condividere ancora una volta con voi il meglio del gamedev!
E tu, ci sarai?
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